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domenica 6 settembre 2015

MARMOTTA


Le marmotte sono un genere di roditori della famiglia Sciuridae.
La prospera famiglia degli sciuridi, nel suo insieme poco specializzata, al suo interno comprende conseguentemente forme molto variabili come le marmotte terricole, gli scoiattoli terricoli, arboricoli e volanti, cani della prateria e tamia. Specie apparentemente affini alle marmotte, come per esempio i castori (Castorimorpha) appartengono a un diverso raggruppamento tassonomico.
Le marmotte sono grandi scoiattoli ascritti genere Marmota, di cui esistono almeno 14 o 15 specie. Quelle più spesso indicate univocamente come marmotte tendono a vivere in zone di montagna, come le Alpi, Appennini, steppe eurasiatiche, Carpazi, Tatra, e Pirenei, in Europa e in Asia del nord-ovest, Deosai Plateau in Pakistan, Ladakh in India, le Montagne Rocciose, Black Hills, Catena delle Cascate, Montagne Costiere della cordigliera pacifica, e Sierra Nevada in Nord America.
Alcuni elementi della biologia sono generalizzabili, ma solo in parte; le capacità natatorie e arrampicatorie differiscono ad esempio nelle diverse specie, e il comportamento delle specie di pianura differisce delle specie adattate alla quota. Si tratta in generale di animali sociali, territoriali, con una fase letargica invernale, variabile per specie e per localizzazione geografica. La gran parte delle specie colonizza gli ambienti di praterie e arbusti montani, arretrando all'incedere dei confinanti biomi arborei.

I rapporti con l'uomo differiscono nelle diverse culture, e sono in genere animali piuttosto noti localmente anche a causa della loro visibilità data dai comportamenti sociali.

Spesso si verificano confusioni nell'attribuzione del nome comune. In lingua inglese, ad esempio, la marmotta americana, Marmota monax viene localmente chiamata maiale di terra (groundhog), wood-chuck, whistle-pig, e in alcune aree del territorio castoro di terra (land-beaver), mentre il più sociale e apparentemente simile, cane della prateria non è classificato nel genere Marmota, ma nel relativo genere Cynomys, inducendo spesso confusione nelle traduzioni.

Le marmotte tipicamente vivono in tane, e vanno in letargo per tutto l'inverno. La maggior parte delle marmotte sono altamente sociali e utilizzano suoni simili a fischi per comunicare l'un con l'altra, soprattutto quando allarmate. Le marmotte mangiano soprattutto vegetali, molti tipi di erbe, bacche, licheni, muschi, radici e fiori.
Le marmotte sono note fin dall'antichità. La ricerca dal etnologo francese Michel Peissel ha rivendicato la storia delle "formiche d'oro" riportate dallo storico Erodoto, vissuto nel 5 ° secolo A.C. ( "formiche più piccole dei cani, ma maggiori delle volpi, che scavando fanno fuoruscire sabbia aurifera") è stata fondata sulla marmotta himalayana delle Pianure del Deosai (Karakorum) e l'abitudine di tribù locali di raccogliere la polvere d'oro scavata dalla loro tane. In Persiano antico le marmotte erano chiamate "Formiche di montagna" (Michel Georges Francois Peissel, 1937-2011 è stato un etnologo francese, autore ed esploratore soprattutto delle aree himalaiane e centro-asiatiche).
L'etimologia del termine "marmotta" è incerta. Potrebbe essere sorto dal gallo-romanzo dove il prefisso marm-, significa borbottare o soffio (un esempio di onomatopea), ipotesi minoritaria, o più possibilmente è di origine tardo-latina, mus montanus, che significa "topo di montagna".
Il Giorno della Marmotta, 2 febbraio, è una consuetudine di alcune aree dell'America del nord. A partire dal 2010, l'Alaska celebra il 2 febbraio come "Giorno della Marmotta" (marmot day), una festa destinata a a prendere il posto dell'analogo Groundhog Day di altri stati USA.

Si tratta di un genere di roditori dalle abitudini spesso estreme in grado di vivere e riprodursi anche in ambienti inospitali come l'alta montagna, dove, ad esempio sulle Alpi si può trovare la Marmota marmota tra i 1.500 e i 3.000 metri di altitudine. Durante il letargo la loro temperatura corporea scende da +35° a +5°, il cuore rallenta da 130 a 15 battiti al minuto e la respirazione diviene appena percettibile. Le scorte di grasso corporeo accumulate durante l'estate vengono lentamente consumate e per sei mesi le marmotte dormono profondamente. Si svegliano pochissime volte e soltanto per una temperatura della tana troppo bassa.

È stato evidenziato come la socialità sia un elemento determinante per la sopravvivenza. Alcuni dati dimostrano che i cuccioli hanno più possibilità di farcela quando vanno in letargo con i genitori e con i fratelli maggiori. Quando invece nella tana mancano il padre e la madre oppure è scomparso un genitore, nel 70% dei casi la prole non supererà i rigori della stagione fredda. Quella della marmotta è, quindi, una termoregolazione sociale: più si è, più possibilità ci sono di sopravvivere, soprattutto per i piccoli, che hanno dimensioni che non permettono loro di accumulare un sufficiente strato di grasso prima dell'arrivo del freddo e, per questo motivo, hanno bisogno di essere scaldati dagli adulti. Questi ultimi presentano una maggiore perdita di peso corporeo quando all'interno della tana ci sono i nuovi nati dell'anno.

Le marmotte sono animali territoriali. Grazie alle ghiandole che si trovano nei cuscinetti plantari delle zampe anteriori, sul muso e nella regione anale, emettono una secrezione odorosa che "marca" i confini dei loro territori.[senza fonte] Talvolta, però, non basta a tenere lontane altre marmotte. Zuffe e inseguimenti sono il modo più convincente per spiegare agli intrusi che è ora di andarsene. Quando però ad avvicinarsi è un predatore la regola è fuggire. E per farlo in fretta, le marmotte hanno escogitato un sistema efficace: la prima che fiuta il pericolo dà l'allarme e in pochi secondi il gruppo si rifugia nella tana. La tecnica è semplice. La "sentinella" si alza ritta sulle zampe posteriori, nella posizione a candela, spalanca la bocca ed emette un grido simile a un fischio, provocato dall'espulsione di aria attraverso le corde vocali, che secondo gli studiosi è un vero linguaggio.

martedì 27 gennaio 2015

GALLINA



Il pollo (Gallus gallus domesticus o Gallus sinaeLinnaeus 1758) è un uccello domestico derivante da varie specie selvatiche di origini indianeDarwin attribuì la paternità solo al Gallus gallus bankiva per vari motivi, tra cui la somiglianza del colore del piumaggio con quello di alcune razze domestiche, la variabilità delle sottospecie di Gallus gallus a seconda del luogo di diffusione, la fecondità delleuova derivanti dall'accoppiamento con i polli domestici. Questa posizione è notevolmente mutata nel corso del ventesimo secolo, sulla base di esperienze di ibridazione effettuate con le altre specie selvatiche. Oggi si può affermare che varie specie hanno contribuito alla creazione dei polli domestici Gallus gallus domesticus. I polli domestici sono sempre stati allevati per moltissimi scopi: carne, uova, piume, compagnia, gare di combattimento tra galli, motivazioni religiose, sportive od ornamentali.
Il maschio riproduttore è più propriamente chiamato gallo, la femmina gallina; quando alleva i pulcini viene detta chioccia.
A seconda dell'età e del peso il pollo viene definito anche:
  • pulcino, fino a 3-4 mesi ed un peso di 600 g.
  • pollo di grano, fino ad 1 anno e 1 kg di peso
  • pollo o pollastra, fino a maturità ed un peso di 1,5 kg circa
  • galletto il maschio giovane di circa 6 mesi
  • gallo ruspante quello al massimo di 10 mesi
  • cappone il maschio castrato all'età circa di due mesi che arriva fino a circa 2,5 kg.
Storicamente il nome pollo deriva dal latino "pullus", cioè animale giovane; la sua presenza è documentata dal 4000 a.C. nella piana dell'Indo, da cui (attraverso la Persia) è giunto in Grecia e quindi in Europa.
I polli sono onnivori. Quando vivono in libertà, spesso grattano il suolo alla ricerca di semiinsetti e animali come lombrichilucertole e piccole serpi.
Una loro caratteristica peculiare è di cercare e beccare anche sabbia, piccoli sassi, granelli di minerali che trovano nel terreno, tanto che nei pollai all'aperto si usa aggiungere regolarmente maceria di riporto; questo comportamento istintivo dell'animale è dovuto in parte al fatto che ingerendo piccole quantità di minerale il guscio delle uova prodotte ne risulterà migliore, ma il motivo preponderante va ricondotto alla digestione, che avviene più facilmente se nello stomaco sono presenti dei frammenti di roccia che svolgono la funzione deidenti, di cui ovviamente il pollo è sprovvisto.
In natura i polli possono vivere da cinque a undici anni a seconda della razza. Negli allevamenti intensivi, i polli da carne generalmente vengono abbattuti all'età di 6-14 settimane. Le razze selezionate per la produzione di uova possono fornire fino a 300 uova l'anno. Le galline ovaiole, raggiunta l'età di 12 mesi, cominciano a diminuire la capacità produttiva; vengono quindi macellate per ricavare alimenti per l'infanzia, alimenti per animali e altri prodotti alimentari. Il pollo più vecchio del mondo, secondo il Guinness dei Primati, è morto all'età di 16 anni.
I polli non sono in grado di volare a lunga distanza, anche se i più leggeri possono volare per brevi distanze, ad esempio per saltare oltre un recinto o su un ramo.
I polli sono uccelli gregari e vivono in gruppo. Nel gruppo, alcune galline si comportano come dominanti, istituendo un preciso "ordine di beccata", in cui alcune hanno la priorità nell'accesso al cibo e nella scelta del luogo dove nidificare. Se si toglie dal gruppo un gallo o una gallina si interrompe la gerarchia costituita fino a quando il gruppo non si riorganizza con un nuovo ordinamento. L'aggiunta di nuovi individui (specialmente se giovani) ad un gruppo già costituito può portare ad episodi di violenza e a ferite.
Le galline cercano di stabilirsi in nidi che già contengono uova ed è noto che talvolta prelevano uova da altri nidi e le spostano nel loro. Alcuni allevatori usano uova finte per incoraggiare le galline a nidificare in una determinata posizione. Un gruppo di polli, perciò, utilizzerà soltanto poche posizioni di cova preferite, piuttosto che avere un nido specifico per ciascun individuo.
Le galline possono anche essere molto ostinate nel conservare la stessa posizione. Talvolta due o più galline cercano di condividere lo stesso nido nello stesso momento. Se il nido è piccolo o se una delle galline è particolarmente determinata, può accadere che si sistemino nello stesso nido una sopra l'altra.
Il verso prodotto dalla gallina è il "chiocciare".

Sistemi di classificazione

Oggi nella maggior parte degli standard delle razze pure avicole, queste vengono classificate in base al paese di provenienza. In passato (e in misura minore ancora oggi in alcuni libri e riviste) le razze avicole possono essere suddivise secondo vari metodi, a seconda delle esigenze del lettore. Una delle classificazioni più note è quella stilata in base allo scopo per cui viene allevata una razza:
Oppure la suddivisione può essere fatta in base al peso e alle dimensioni della razza:
Inoltre la classificazione può avvenire in base al colore delle zampe, al colore della pelle, al tipo di cresta, o al colore delle uova.

Razze grandi

Razze nane

Classe da combattimento (Aseel nana, Cornish nana, Ko Shamo nana, Ko Gunkey, Combattente malese nana, etc.)

Classificazione per colore delle zampe

Classificazione per forma della cresta

Classificazione per forma

Proposta nel 1905 da Alessandro Ghigi, tiene conto di alcune caratteristiche morfologiche, biologiche e fisiologiche a prescindere dal luogo di origine.
  • Razze omeosome: uova a guscio bianco, precoci (5-5,5 mesi), rapido impennamento (kk e k-), attitudine: produzione uova.
  • Razze eterosome: uova a guscio rosso-beige, tardive (8 mesi), impennamento tardivo (KK e K-), grossa mole, attitudine: produzione carne.
  • Razze intermedie: derivano da incroci fra razze che appartengono alle precedenti categorie