IL COCCODRILLO
Tra natura e mito
Il coccodrillo è un rettile di grande mole e dall'aspetto preistorico.
E', infatti, un animale molto antico che, seppure con molte modifiche mirate all'adattamento, sopravvive fin dal Triassico.
Se ne conoscono diverse specie e sono presenti, con nomi diversi, in tutti i continenti esclusa l'Europa. Il coccodrillo propriamente detto vive in Africa e nell'Asia meridionale; il gaviale in India, l'alligatore in America e in Cina, il caimano in Brasile e Sud America.
Quando è giovane si ciba di pesci mentre da adulto mangia animali e anche uomini. Benchè sia dotato di una discreta fila di denti, non mastica il cibo per cui, dopo un pasto abbondante è ridotto in una sorta di torpore.
In conseguenza di ciò ha imparato che la carne putrida è senz'altro meglio digeribile per cui si nutre facilmente di carogne svolgendo una funzione di spazzino molto importante per l'ecosistema.
Lento, silenzioso e insidioso, vive nei fiumi o presso gli estuari, le paludi o le lagune. Il suo metodo di caccia è infallibile: adocchiato il bersaglio, scatta fulmineo fuori dall'acqua e con un movimento rapido, dopo aver afferrato la preda, abbassa la mascella superiore per inabissarsi nuovamente.
La caratteristica di appartenere sia al regno della terra che a quello dell'acqua ne fa il simbolo delle contraddizioni fondamentali.
Si agita nella melma da cui trae origine una vegetazione ricca e lussureggiante: per questo lo si considera simbolo di fecondità. Ma poi, per quel suo modo particolare di uccidere, furtivo e all'improvviso, rappresenta la malvagità.
Signore dei misteri della vita e della morte, è anche signore delle conoscenze occulte, simbolo della luce che alternativamente si eclissa e abbaglia.
E' soprattutto nell'Antico Egitto che questo animale è un potente simbolo: Sobek, figlio di Neith, è il signore delle acque e dei pesci e regna sovrano dove terra ed acqua si uniscono; dotato di una vitalità non comune, rappresenta l'energia dell'acqua. Ma è anche archetipo del Divoratore: insaziabile, freddo e sanguinario, divora inesorabilmente tempo e spazio, nonchè le anime che non sanno giustificare le proprie azioni.
I maghi lo temono ma si servono anche della sua forza.
Sono molte le funzioni che la tradizione gli attribuisce nelle vicende divine: Sobek-Ra porta il sole sulla testa per farlo rinascere, Sobek-Osiride aiuta Iside a ripescare i pezzi del cadavere smembrato dello sposo, Sobek-Seth regna sulle terre desertiche.
Sterminatore dei nemici di Osiride, insieme ad Haroeris, dio solare guerriero, è nemico delle forze del male. Ai due dei è dedicato un tempio dallo schema insolito. Vicino al villaggio di Kom Ombo vi è questo tempio doppio, ottenuto cioè affiancando due strutture. La parte sinistra è consacrata al dio Sparviero Haroeris, (ennesima personificazione del Sole-Horus), mentre la parte destra è consacrata a Sobek. Citato anche nel Libro dei Morti, Sobek assiste alla nascita di Horus e aiuta a sconfiggere Seth, dio del tuono e della tempesta.
In una lunga descrizione riportata da Erodoto si legge che in certe zone dell'Egitto il coccodrillo è venerato, adornato d'oro e sepolto in recinti sacri; in altre è trattato da nemico. anche se, perlopiù era divinizzato. La capitale del Faiyum - attuale Medinet - fu addirittura chiamata Coccodrillopoli.
Anche in Oriente è presente e rappresentato.
In India è la cavalcatura del mantra Vam, qualche volta di Varuna, Signore delle acque.
La bandiera del coccodrillo, in Cambogia, è utilizzata durante i riti funebri.
Anche in numerosi altri paesi asiatici è collegato al regno dei morti poichè svolge il ruolo di psicopompo.
Forse da questa antica memoria deriva il gergo giornalistico: coccodrillo è detto il necrologio di persone illustri preparato quando sono ancora in vita e tenuto pronto nel cassetto.
Sempre in Cambogia le leggende lo associano al fulgore delle pietre preziose. Produttore del lampo è anche simbolo di luce e di pioggia.
Nella simbologia cinese è l'inventore del tamburo e del canto e svolge una funzione importante nel ritmo e nell'armonia del mondo; "Lu Tong", drago di terra, rappresenta la forza e la nobiltà.
Nell'America Centrale precolombiana è simbolo di fertilità e ricchezza; secondo i sacerdoti portava fortuna potere e figli in abbondanza.
Nell'oroscopo azteco, come rappresentante dell'inizio, della vita, è il primo elemento: è simbolo della prosperità e conferisce valore a colui che nasce sotto il suo segno. Secondo il mito di questo popolo, infatti, la terra nacque da un coccodrillo che viveva nel mare originario.
Nella versione Maya della genesi, Il Grande Coccodrillo originario porta la terra sul dorso, racchiusa in una conchiglia.
Divinità ctonia, appare spesso come sostituto del Grande Giaguaro, signore dei mondi sotterranei.
Sempre presso i Maya è simbolo di abbondanza e, come il Giaguaro presso gli Aztechi, veglia alle estremità della quattro strade, i punti cardinali.
In certi miti dell'antico Messico è, con il rospo, simbolo della Terra.
In Melanesia il coccodrillo è l'antenato, il fondatore dell'ultima classe sociale.
Secondo i mitologi questo animale ha soprattutto una valenza negativa: è il Divoratore che sorge all'alba dalle tenebre acquitrinose per inghiottire gli esseri viventi; è il mostro primordiale per eccellenza che erompe dal caos primitivo. Simile al drago della mitologia, evoca le forze occulte sepolte nell'inconscio, o, secondo i demonologi, il demonio.
Forse in questo senso vanno interpretate le spoglie di animali impagliati appesi nelle chiese medioevali.
Nella tradizione cristiana corrisponde al Leviatano, un enorme animale marino menzionato nel Vecchio testamento come nemico di Dio e, in tal senso, alcuni psicoanalisti lo leggono come l'atteggiamento cupo e aggressivo dell'inconscio collettivo.
Nella vicenda biblica di Giobbe è citato, in una descrizione terrificante, come "serpente fuggiasco", facendo riferimento all'Egitto.
Nella tarda antichità era associato al serpente d'acqua che, facendosi inghiottire dal coccodrillo, ne dilaniava le viscere per uscirne. Il serpente passa così da immagine negativa a simbolo di redenzione, con la sua discesa al limbo, la morte e la rinascita. Simbolo fallico, è talvolta associato al mito dell'araba fenice che muore per poi risorgere.
A questo animale sono attribuite molte leggende; è assimililabile anche all'Ouroborus, il serpente che si mangia la coda.
Per i cristiani era una figura demoniaca tranne che per San Pacomio che attraversò il Nilo sul suo dorso.
E' considerato negativamente anche nei Bestiari medioevali: "immagine dell'ipocrita, dell'avaro e del libertino".
Come il coccodrillo vive di notte nelle acque limacciose, così l'uomo vizioso conduce segretamente una vita sfrenata.
Nel Medioevo, per le sue grossi fauci, richiamava all'antro infernale.
Nella nostra cultura c'è un modo di dire che chiama in causa il nostro "mostro": lacrime di coccodrillo si dice del pentimento di chi, dopo aver fatto del male, se ne rammarica vanamente, forse perché, secondo un detto popolare, questo farebbe l'animale dopo aver divorato, nella più spietata freddezza, un essere umano.