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sabato 9 febbraio 2013

CORVO


I corvi (Corvus, Linnaeus 1758) sono un genere che comprende diverse specie di uccelli diffuse quasi su tutto il globo. Il corvo è uno degli uccelli più longevi e può arrivare a circa 70 anni di età. In generale la sua dieta comprende semi, rifiuti di vario genere, ma è onnivoro e si ciba di carne tra cui anche le chiocciole che sono tra le sue prede preferite.

Il corvo nella leggenda e nell'iconografia
Il corvo, forse per il suo colore nero lucente, colore del principio delle cose (il buio del ventre materno e quello della terra ove germina il seme), ma anche della fine (il colore della notte e della morte), ha sempre fornito una simbologia dagli opposti significati: animale della preveggenza, messaggero di esseri soprannaturali, portatore di malasorte, etc.
Cesare Ripa nella sua opera più nota, Iconologia, lo inserisce nella simbologia dell'irresolutezza (Irresolutione), ponendo due corvi in atto di gracchiare nelle mani dell'anziana donna che ne costituisce l'icona e ne spiega anche il perché: «Se le dà i Corvi per ciascuna mano in atto di cantare, il qual canto è sempre Cras, Cras, così gli huomini irresoluti differiscono di giorno in giorno, quanto debbono con ogni diligenza operare, come dice Martiale»
Il corvo ha fama di "uccello del malaugurio": questa fama è in un certo senso certificata letterariamente anche dallo scrittore americano Edgar Allan Poe, il quale, nel suo Procedimento di Composizione, con il quale descrive come giunse a comporre il suo noto poema in versi Il corvo, afferma: «Ero così giunto alla concezione di un Corvo, l'uccello di malaugurio che va reiterando con monotonia l'unica parola mai più …». 
La fama maleaugurante gli deriva anche dalla sua predilezione per le carogne, che ha dato origine ad espressioni come «Finire in pasto ai corvi», per indicare il morire (magari anche insepolti).  Avendogli il dio Apollo mutate le penne da bianche a nere per punirlo di avergli portato una brutta notizia, è divenuto anche simbolo del delatore. 
Secondo una leggenda, un corvo soleva mangiare dalle mani di San Benedetto; e nei monasteri dell'Ordine era uso tenerne uno addomesticato, in ricordo del Santo

Il corvo nella Bibbia 
Probabilmente il Ripa si ispirò anche all'Antico Testamento, laddove il Noè fa uscire per primo il corvo al fine di accertare se le acque si sono ritirate: «Esso uscì andando e tornando finché si prosciugarono sulla terra» ma il corvo non se ne andò dall'Arca e Noè fece uscire la colomba cui toccò la stessa sorte. Ma le uscite successive non furono più affidate al corvo, bensì alla colomba che finì poi con lasciare l'Arca per riprendere la propria vita.  Si spiega quindi anche con questo l'interpretazione di simbolo di irresolutezza.
Il corvo compare come animale immangiabile per gli ebrei e quindi con una connotazione negativa, ma assume una valenza positiva nel I libro dei Re, ove il Signore incarica i corvi di portare cibo al profeta Elia. I profeti Isaia  e Sofonia invece lo indicano, insieme ad altri animali, come segno di desolazione. Nel Nuovo Testamento il corvo assume una valenza positiva sulle labbra di Gesù. «Guardate i corvi: non seminano e non mietono, non hanno ripostiglio né granaio, e Dio li nutre.» 

Il corvo nella letteratura 
The Raven (Il corvo) è anche il titolo di un famoso poemetto in versi di Edgar Allan Poe, scritto fra il 1843 ed il 1844, ove l'uccello rappresenta il misterioso interlocutore del poeta, affranto per la morte della sua amata, al quale risponde sempre e solo con la parola Nevermore (Mai più).

Il corvo nell'arte 
Uno degli ultimi, e più celebri, quadri di Vincent Van Gogh s'intitola Campo di grano con corvi e raffigura uno stormo di corvi che sorvolano un campo sotto un inquietante cielo temporalesco, convergendo verso l'osservatore.

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