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venerdì 22 ottobre 2010

Oca


OCA
oche
Uccelli dell’ordine degli "Anseres", (anticamente chiamati Palmipedi) e della famiglia "Anatidae", dal corpo tozzo, becco stretto e lungo, zampe palmate, ali lunghe e appuntite, coda corta.
Le oche vivono in tutte le parti del mondo ove sia un laghetto o uno specchio d’acqua; preferiscono le pianure, ma se ne trovano anche in laghi alpestri.
Sono fra i più grossi uccelli domestici da cortile; normalmente pesano 4 - 5 kg. ma alcune razze speciali per il rendimento in carne arrivano a pesare anche oltre il doppio.
Sono magnifiche nuotatrici e tuffatrici ed anche in terra camminano assai velocemente, per quanto in modo goffo.
Si nutrono di erbe, molluschi, insetti, vermi che trovano scavando con il lungo becco nel fango.
Le oche, nonostante la credenza comune, sono animali molto intelligenti e la loro indole è assai tranquilla; si ricorda in proposito la tradizione romana secondo la quale le oche del Campidoglio, nell’anno 390 a. C., evitarono con il loro schiamazzo, la scalata dei Galli alla rocca capitolina per prendere di sorpresa i Romani.
Costruiscono il nido tra i canneti o nelle biforcature degli alberi, tappezzandolo internamente con il piumino ed esternamente con sostanze vegetali.
Depongono le uova in primavera e dopo circa un mese vengono alla luce i piccoli, coperti di una leggera peluria, ed in altri due mesi raggiungono lo sviluppo completo.
Le oche fin dai tempi remotissimi furono tenute allo stato domestico, poiché forniscono carne, uova (il cui peso raggiunge i 150 grammi) e piume molto pregiate.
Le carni dell’oca sono gustose e vengono, anche, confezionate in salumi ma non sono indicate a coloro che hanno una digestione difficile e laboriosa per l’eccessivo grasso in esse contenuto.
Con il fegato grasso di animali sottoposti ad alimentazione forzata, si preparano i famosi pasticci (paté de foie gras), con le piume si confezionano imbottiture e piumini per la cipria.
Nella seconda primavera della loro vita, le oche, si accoppiano in modo definitivo; quando una femmina s’innamora del maschio, glielo fa capire col gioco degli occhi; non osserva mai direttamente le manovre di provocazione del maschio ma finge di rivolgere lo sguardo da un’altra parte, ma lo sorveglia senza voltare la testa, come se lo guardasse con la coda dell’occhio; il maschio, invece, si profonde in un’esibizione di eccitazione. Raggiante, molto più attivo e chiassoso del solito, va e viene spiccando brevi voli intorno alla femmina e sembra persino gonfiarsi per apparire più attraente.
Una coppia rinsaldata dura, salvo le inevitabili eccezioni, per tutta la vita e la rottura del legame, per la scomparsa di uno dei due animali, ha effetti drammatici per il superstite.
Per molto tempo l’oca superstite si ostina a cercare l’altra chiamandola giorno e notte e volando sempre più lontano alla sua ricerca.

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